DOVADOLA

EREMO DI MONTEPAOLO E  ROCCA SAN CASCIANO

Dovadola è un piccolo paesino dalle origine antiche. Prima dei romani che diedero il nome a questa località (dal latino “duo vadora” cioè due guadi, in riferimento a due punti vicini nei quali era possibile guadare il fiume Montone) il sito era abitato dai celti, come testimonia il ritrovamento di un sepolcro di guerrieri. Successivamente, venne abitato dai Longobardi per poi diventare un possedimento degli arcivescovi di Ravenna, che iniziarono la costruzione della Rocca (XI-XII secolo). Nei secoli successivi, Dovadola appartenne ai Conti Guidi di Modigliana, quindi agli Ordelaffi (1334) e di nuovo ai Guidi che esercitarono la signoria fino al 1405, quando subentrano i Fiorentini. Il paese che ammiriamo oggi presenta ancora l’impianto del  vecchio borgo fiorentino a topografia ortogonale compreso tra il letto del fiume e la Rocca dei Conti Guidi.  Al tempo in cui Dante passò di qui, era Signore della Rocca Selvatico Guidi, conosciuto dal poeta in quanto consorte di Manetessa, figlia di Buonconte da Montefeltro, la cui vicenda umana colpì molto Dante, tanto da inserirlo nel canto V del Purgatorio. La Chiesa di Sant’Andrea, fondata dai monaci cluniacensi prima dell’anno Mille, ospita le spoglie della beata dovadolese Benedetta Bianchi Porro, racchiuse entro un pregevole sarcofago del ceramista faentino Biancini. 

A circa 7 Km da Dovadola si trova l’Eremo Santuario di Monte Paolo, costruito per celebrare il Santo Antonio da Padova, che qui soggiornò per un anno (da maggio 1221 a marzo 1222). Il culto del Santo è ancora vivo in tutta l’area. Non distante dall’eremo si trova Rocca San Casciano, un paesino costruito in epoca medievale lungo il corso del Casatico, antico nome del fiume Montone. Nella caratteristica piazza Garibaldi, con i portici bassi e la pavimentazione in cotto toscano, si svolgeva il mercato della seta, luogo d’incontro tra i produttori Toscani e Romagnoli.

Portico di Romagna

San Benedetto in Alpe